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Critiche: accettarle è un dovere, ma non dovrebbe esserlo anche il renderle utili e costruttive?

In questi giorni di vagheggio sul Kindle store di Amazon, fra migliaia di libri di autori famosi ed emergenti, mi è spesso sovvenuto un pensiero.

Se c'è una cosa che può aiutare un autore o un artista in generale a migliorare, sono le critiche. Nel tempo penso di averne avute troppo poche, semplicemente perché Hastlevain non è stato letto da abbastanza persone. A dire il vero, una persona che lavora nel settore mi aveva scritto una recensione molto apprezzata, con pregi ma soprattutto difetti, scritta in modo attento e senza nessunissima presunzione -quella che a volte distingue chi usa parlare molto per vie soggettive, più che per quelle obiettive... (poi, chiaramente, è anche giusto che venga espresso il parere puramente personale-.

Comunque, lo definì ugualmente un lavoro meritevole, e lo dico perché talvolta si forniscono opinioni unicamente su ciò che non va, dimenticandosi che all'autore è utile sapere anche quello che è piaciuto.

Ebbene, come dicevo nel titolo, per quanto dispiaccia è sempre bene accettare le critiche e analizzarle. Ovviamente un libro non può piacere a chiunque, proprio per la questione di gusti personali di cui sopra. Io che non sopporto il genere amoroso, difficilmente lo troverei interessante e non penso che sarei in grado di leggere più di 30 pagine. Però bisogna tenere anche conto del parere obiettivo, quello che ci fa dire se un'opera è scritta bene, se è curata nello svolgimento temporale, nei dettagli della trama, nei personaggi e così via, cioè se racconta in modo chiaro e senza confusioni e contraddizioni di vario tipo.

Se queste analisi mancano, nel mio personalissimo parere, allora in un certo senso è inutile -tanto per l'autore quanto per gli altri lettori- scrivere un'opinione, soprattutto se soggettiva (e lo è davvero se la si scrive per dare un'idea agli altri di com'è l'opera). Un'opinione che dice "è carino, ma non mi è piaciuto il personaggio principale perché sembra un morto che cammina" aiuta poco a inquadrare l'opera e a capire il motivo di un voto decisamente basso, anche per chi deve acquistare.

Se si vuole offrire un voto basato in numeri, credo sempre sia bene giustificarlo con motivazioni equilibrate. Non ha senso scrivere "favoloso, mi ha trattenuto dall'inizio alla fine! Spero in un seguito" o "mi ricorda un po' Final Fantasy, ma l'idea di base è bella e coinvolge, complimenti" e dare un voto sotto la sufficienza. Fate capire PERCHE' vi è piaciuto o meno, cosa non andava, cosa andava migliorato, se la formattazione e la grammatica sono corretti e piacevoli, com'erano i personaggi, le situazioni, la trama, ecc. ;)

Non se se sono io a pensarla in modo troppo pretenzioso, ma credo che nessuno se ne faccia molto di due righe in croce.

Un autore non può capire cosa ha sbagliato di preciso, e quando un'opera è piaciuta molto avrebbe sicuramente piacere di sapere cosa ha fatto emozionare. Posso anche capire che non tutti siano prolissi e in grado di valutare un'opera in tutti i suoi aspetti, anche solo per limiti sulla conoscenza delle cosiddette "regole generali" (che personalmente mi infastidiscono in buona parte), ma con un minimo di sforzo penso sia possibile per ognuno scrivere delle motivazioni che non si soffermino al nulla.

Immaginate di dover acquistare un nuovo televisore: in una recensione leggete "non mi ha soddisfatto" con un voto di 1 su 10. Eppure le caratteristiche del televisore sembrano all'avanguardia: quindi cos'è che non ha soddisfatto l'acquirente? Che cosa gli sarà capitato? Forse non gli è piaciuta la qualità delle immagini? O magari l'audio? O la multimedialità? Vai a sapere.

Ecco perché dico sempre che, se si vuole proprio dare un parere, o chiamarla "recensione", beh... che lo si faccia prendendosi un po' più di 1 minuto di tempo, o che nell'ultimo caso si tratti davvero di "recensione". Ne vedo veramente ma veramente tanti di casi del genere, e spesso mi hanno esasperata per capire se un prodotto poteva piacermi o meno.

Viceversa delle recensioni complete sono state determinanti per farmi capire se ciò che avevo davanti era ciò che cercavo. Quindi, quando scrivete pensate soprattutto all'utilità che le vostre parole possono offrire all'autore e all'acquirente.

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